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lunedì 27 febbraio 2017

Release Day Blitz + Recensione: Per Addestrarti di Chiara Cilli



Felice release day a Chiara Cilli!
Esce oggi Per Addestrarti, quarto volume della serie dark contemporanea Blood Bonds, il primo con protagonisti André Lamaze e Nadyia Volkov!



Titolo: Per Addestrarti
Autrice: Chiara Cilli
Serie: Blood Bonds #4
Genere: Dark Contemporary Romance
Pagine: 312
Editore: Selfpublished
Prezzo eBook: € 2.99
Prezzo cartaceo: TBA



Credevo di sapere chi fossi. Cosa fossi.
Credevo di non avere più scampo, che la mia resistenza fosse ormai giunta al termine.

Poi ho sentito la sua voce pronunciare il mio nome.
Poi i suoi occhi hanno risposto al richiamo dei miei.

Non ha paura di me. Si avvicina. Mi parla. Mi tocca come se le appartenessi. È folle.
Lui è l’unica chance che ho per restare viva. Devo far sì che gli importi di me. Che sia lui ad avvicinarsi.

Ma non riesco a starle lontano.
Ma gli basta sfiorarmi perché perda di vista l’obiettivo.

L’arrivo della Regina è vicino.
Dovrò scegliere.

La sottomissione.
O la lama di André Lamaze.

Qualunque sia la sua decisione, finalmente dirò addio alla mia piccola rossa.


Questo romanzo contiene situazioni inquietanti, scene violente e omicidi. Non adatto a persone suscettibili ai temi trattati. +18


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NON PERDERE I PRIMI TRE ROMANZI DELLA SERIE




LEGGI L'ESTRATTO


Pianissimo, mi approssimai alla soglia e feci capolino con la testa. André mi aspettava all’inizio della stretta scalinata che portava al pianoterra, un lato del corpo accasciato contro il muro in una posa indolente.
Voleva che lo raggiungessi?
Il suo sopracciglio si inarcò, come a dire Ti muovi o no?
Dunque mi avviai verso di lui con cautela, lanciando occhiate oblique alle porte su ambo i lati del corridoio mentre procedevo attraverso le zone d’ombra e di luce generate dalla scarsa illuminazione. Quando gli fui dinanzi, André piegò il capo per indicarmi le scale. Le guardai in tralice, quindi incominciai a salire gli alti gradini.
Lui era proprio dietro di me, così vicino che potevo sentire il suo respiro nell’orecchio. Avevo la sensazione che l’aura di ghiaccio che lo circondava si stesse espandendo per ammantare anche me e strangolarmi. La avvertivo intorno al collo, come delle dita in procinto di serrarsi.
Mi portai istintivamente una mano alla gola, mi volsi appena per controllare André…
… e misi un piede in fallo.
Protesi le mani per non spaccarmi i denti sullo scalino che mi stava venendo rapidamente incontro, ma d’improvviso mi ritrovai di nuovo dritta. Il braccio di André mi cingeva come un boa, al punto che faticavo a respirare, tanto mi comprimeva sotto i seni. Il suo petto era come acciaio contro la mia schiena.
Rimanemmo così per alcuni istanti – io aggrappata al suo avambraccio, la sua guancia che premeva forte sui miei capelli, i nostri respiri che divenivano sempre più rumorosi.
Il suo cuore era come un tamburo impazzito contro le mie scapole, un battito così veemente da appropriarsi del mio e costringerlo a seguire il suo stesso ritmo forsennato.
«Se volessi ucciderti,» mi sussurrò all’orecchio, sfiorandolo con le labbra, «non avrei bisogno di portarti da qualche altra parte.» Mi strinse a sé ancora di più, facendomi ansimare per la repentina fitta di dolore al costato e l’inaspettata contrazione nel basso ventre. «Lo avrei fatto lì dentro.»
Una scarica di terrore mi fece sbarrare gli occhi. Non ero nient’altro che un topo messo all’angolo, e lui il gatto che provava un piacere sadico nel vedermi tremare, consapevole che la zampata che mi avrebbe tolto la vita sarebbe giunta presto.
Ma non adesso.
Al rallentatore, staccai le mani dal suo braccio e le alzai in segno di resa. Ruotai lievemente il viso verso il suo e annuii piano, fremendo nel sentire la sua bocca sfregare sulla mia guancia.
«Non cadere», disse, l’alito che mi solleticava l’angolo delle labbra. «Non ti prenderò una seconda volta.»


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L'AUTRICE

Nata il 24 gennaio 1991, Chiara Cilli vive a Pescara. I generi di cui scrive spaziano dal Dark Fantasy e Dark contemporaneo all’Erotic Suspense. Ama le storie d'amore intense e tragiche, con personaggi oscuri, deviati e complicati.

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RECENSIONE

Ogni volta che leggo un libro della mia cara Cilli la sensazione è sempre la medesima. La mia mente semplicemente non riesce a partorire un pensiero sensato, la modalità fangirlaggio è ormai on, ed esprimere le mie emozioni diventa un’impresa decisamente ardua.

Voglio essere onesta con voi. Dopo la conclusione della dolorosa storia tra Henri ed Aleksandra ero consapevole di una cosa: Andrè non sarebbe riuscito a conquistare il mio cuore.
Il mio cuore era totalmente devoto ad Henri. Nessun altro avrebbe prendere il suo posto. Nessuna storia avrebbe potuto essere più perfetta. Ero certa che questo libro sarebbe stato sicuramente una bellissima lettura ma ero altrettanto sicura che le sensazioni della nuova ed accattivante storia tra  Nandya ed il più piccolo dei fratelli Lamaze non avrebbero potuto essere paragonate a quelle sensazioni che  primi tre volumi della serie Blood Bonds mi avevano trasmesso.

Mi sbagliavo.

Mi ci son voluti solo due capitoli per rendermi conto che Andrè, proprio come Henri, mi avrebbe conquistata.
La Cilli è ormai una garanzia. Le sue storie sono sempre accattivanti, sensuali, spietate.

Ma procediamo con calma.

Chiusa la storia tra Aleksandra ed Herni con il terzo volume “Distruggimi”, questo quarto nuovo volume della serie Blood Bonds, è totalmente concentrato sul biondino di casa Lamaze: Andrè.
Avevamo avuto già modo di conoscere Andrè nei precedenti volumi della serie. La sua è una figura decisamente particolare. Spietato e dal cuore di ghiaccio, Andrè vive la sua vita con rabbia e frustrazione. Il suo passato è inciso in ogni sua più piccola cicatrice. Andrè non può, non vuole dimenticare le sofferenze che lui e suoi fratelli son stati costretti a patire per mano di un mostro. Per mano di loro padre.

Il compito di Andrè è quello di addestrare le ragazze destinate alla Regina, far di loro dei Killer professionisti. Ed è proprio per questo motivo che Andrè incontra Nandya.

Ribelle e determinata a scappare da un destino atroce, Nandya è disposta a tutto pur di fuggire dai fratelli Lamaze e non finire nelle grinfie della regina. Strappata dalla sua vita perfetta e portata a Vères, Nandya sogna semplicemente la fuga dal quel luogo squallido ed oscuro nel quale si ritrova imprigionata. Il suo piano è semplice: avvicinarsi ad Andrè e far leva su quella inspiegabile attrazione nata tra loro per potere avere anche una sola chance di salvarsi.

Il “piccolo” Lamaze non riesce a spiegare l’attrazione particolare che prova per la ragazza dalla rossa chioma. Non riesce a capire come mai il suo sguardo cade sempre su di lei, come mai i suoi occhi continuano a cercarla e come mai sente il suo cuore perdere dei battiti quando i loro corpi entrano in contatto.

Un libro totalmente diverso dai primi tre volumi della serie. Non aspettatevi una storia simile a quella del nostro Henri. La Cilli sa sorprendere ancora una volta i suoi lettori, incatenandoli alle sue parole. La storia da Nandya e Andrè è intenza, spiazzante. Mentre nella storia tra Henri Lamaze e Aleksandra Nikolajev regnava sovrano il risentimento, l’odio e la sete di vendetta, in questo nuovo libro son ben altri i sentimenti che predominano. Primo fra tutti l’amore. Ebbene si, quello tra Nandya e Andrè è un sentimento a tratti dolce ed emozionante. Mai avrei potuto immaginare di vedere un Andrè così cambiato, così inconsapevolmente preso da una donna.

Ammetto di non aver amato particolarmente la figura di Andrè nei primi capitoli della storia, soprattutto per l’odio profondo che covava verso Aleksandra. Certo, sicuramente Andrè è un personaggio particolare, un personaggio che accattiva l’interesse del lettore e che si è fatto notare fin dalle prime righe. Ma è solo con questo volume completamente dedicatogli che ho potuto riscoprire un Andrè diverso. Un Andrè umano, capace di provare emozioni, e solo Dio sa quanto ho amato i capitoli scritti dal suo pov. Leggere di come dopo tanti anni le sue emozioni iniziano a farsi sentire, di come Andrè cerca di lottare per quei sentimenti che proprio non riesce a spiegarsi, di come finalmente giunge ad una resa impotente di fronte al più puro dei sentimenti, ha ridotto il mio cuoricino in mille pezzi.

“Mi accorsi che il mio respiro diveniva sempre più rumoroso, come se stessi smaniando. 
Di alzare gli occhi. 
Di trovare i suoi. 
Stritolai il coltello nella mano, intimandomi di smetterla subito. Dovevo, cazzo. Non potevo lasciarmi dominare da questo disgustoso tumulto che sentivo dentro. Da queste emozioni così… umane. Avevo già visto questo tipo di brama in atto, il bisogno viscerale di rispondere a un richiamo incomprensibile. Avevo già visto le terribili conseguenze che comportava. Che io fossi dannato, se mi fossi lasciato distruggere.”

“Chiusi la mano intorno al suo braccio per fermarlo.
 «André…»
 Lui si girò all’improvviso.
 «Devi smetterla di parlami, Nadyia!»
 «E tu smettila di pronunciare il mio nome in quel modo!» ribattei, furiosa. 
« Quale modo?» abbaiò. 
«Come se fosse veleno», strillai, in tono lacerato. 
«È quello che sei per me.»”

“Ci fissammo annichiliti. 
Fu allora che, in bilico sul ciglio del burrone, decisi di buttarmi. Di perdere l’equilibrio.
Il controllo.
Per la prima volta.
Per una sola volta. 
Presi il viso di Nadyia tra le mani e premetti con forza le labbra sulle sue. 
Non avevo la minima idea di quello che stavo facendo, né sapevo cosa fare. Non avevo mai baciato una donna. Eppure, quando lei mi circondò le spalle con le braccia e si schiacciò contro di me, seppi esattamente quello che volevo. 
Assorbirla.
Prenderla.”

“Le strinsi la mandibola più di quanto avrei voluto, lottando contro il desiderio di riprendere a baciarla. Lottando per mantenere il dominio. 
Di lei. 
Di me. 
Troppo tardi. 
Stai precipitando.
Non tornerai più indietro.

“Lei mi incorniciò il volto con le mani. La fissai scioccato. Terrorizzato. 
Dove trovava il coraggio di annegare con gli occhi nei miei? Dove trovava la sconsideratezza di toccarmi come se ci appartenessimo l’un l’altro? Come riusciva a trasmettermi quella sensazione di terribile, agognata completezza, ogni volta che lo faceva?”

Nandya d’altro canto è un personaggio che sono più che certa amerete. Forte, combattiva, vera, Nandya è la degna “erede” di Aleksandra. Ho adorato ogni suo più piccolo atteggiamento, ogni suo più piccolo sforzo nel combattere questo sentimento sempre più inspiegabile.

“Con i polpastrelli gli sfiorai lo zigomo pronunciato, contemplando il suo sguardo. Era come un abisso di puro ghiaccio che mi trascinava giù, in un luogo dal quale non sarei potuta scappare. Dove custodiva qualcosa che sentivo il disperato bisogno di trovare. 
Stavo cadendo.
In lui.
Tienimi. 
Ritirai la mano di scatto, sconcertata dalla parola che era balenata nella mia testa. Che mi aveva attraversato con la stessa incisività di una picca. Quasi fosse stato in grado di leggermi nel pensiero, André si adombrò, gli occhi che racchiudevano una sofferenza che non sarei mai riuscita a comprendere, indicibile. 
Non posso.”

La loro è un’attrazione inconsapevole, incontrollabile. Il loro bisogno è così intenso e disperato che non si può davvero non lottare per la loro unione. Non si può non essere investiti da una valanga di emozioni per  ogni più piccolo ed inconsapevole gesto, per ogni parola detta, per ogni pensiero non rivelato.

“Non eravamo abbastanza vicini. Eravamo troppo lontani. Mi mossi, niente poteva fermarmi. Si mosse, niente aveva importanza. Ci scontrammo a metà strada e lo ab‐ bracciai con metà della forza con cui lo fece lui, il viso sepolto nell’incavo del suo collo, le sue dita che affondavano nei miei capelli e li stringevano nel pugno fino a farmi male.”

Non nego la gioia che ho provato nel leggere quei brevi, brevissimi versi sul nostro Henri. Vederlo così depresso, distrutto da un sentimento incontrollabile e dalla scelta drastica presa mi ha devastata. Avrei voluto solo urlargli “Vai, insegui la tua Aleksandra. Metti un punto a tutto questo strazio!!!”.

Lo stile della Cilli è come sempre accattivante, fluido. Le sue parole ti incatenano, ti coinvolgono, ti spiazzano. E noi poveri lettori non possiamo che rispondere al suo richiamo. 
 Ragazzi miei, io potrei leggere anche la lista della spesa di questa donna!

Concludo ribadendo ancora una volta che non posso che consigliarvi la lettura di questa serie e ringraziando di cuore l’autrice per ogni emozione che è riuscita a regalarmi. 





giovedì 2 febbraio 2017

Lettura di gruppo : Black Friars. L'ordine della spada (cap 25,26,27) di Virginia De Winter


Buonasera lettori,
oggi  "Shut up I’m reading" ospita la penultima tappa del Gruppo di lettura organizzato da Virginia del blog "Virginia e il labirinto". Il libro in questione è “Black Friars:l’ordine della spada”, primo libro della saga “BlackFriars” di Virginia De Winter.

Titolo: Black Friars. L'ordine della spada.

Autrice: Virginia de Winter

Serie: Black Friars #1

Casa Editrice: Fazi-Lain

Anno di pubblicazione: 2010

Pagine: 682

Prezzo: € 19,50

"Un thriller potente e ammaliante. Una Roma grigia e oscura"



Trama
La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita. Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina.. 

Innanzitutto ci tengo a ringraziare la cara Virginia per aver convolto anche il mio blog in questa bellissima iniziativa. 
Da tanto, troppo tempo mi ripromettevo di iniziare la lettura di questa saga ma per un motivo o per un altro ho sempre rimandato. Troppe le recensioni positive, tante le amiche e le blogger che mi consigliavano la lettura di questa saga. Quando dunque Virginia ha proposto questa lettura di gruppo non ho potuto che aderire a questa iniziativa. 
Ho dunque iniziato la lettura con le più rosee aspettative. Aspettative che purtroppo non sono state soddisfatte. 
Ebbene si, anche io non sono riuscita ad apprezzare pienamente questa storia. Ho trovato la lettura davvero molto lenta colpa forse dello stile della Winter. Uno stile contorto, una narrazione decisamente troppo articolata che non mi ha permesso di apprezzare fin in fondo la storia di Eloise. Lo stile in molti punti mi è risultato dannatamente lento e probabilmente se non avessi dovuto recensire proprio gli ultimi tre capitoli del libro non avrei continuato questa lettura. 
Non sono riuscita a focalizzarmi sui personaggi nè sulla storia in se, perché l’eccesivo uso di metafore e questo stile decisamente pieno di fronzoli portava la mia attenzione a calare in un nanosecondo. 

Negli ultimi capitoli, recensiti dal blog “My secret diary”, avevamo lasciato Eloise ed Axel in fuga dalla cattedrale. Il loro obiettivo è quello di raggiungere finalmente Aldenor. Il viaggio non si rivelerà dei più facili: innumerevoli saranno le insidie che intralceranno il cammino dei nostri giovani protagonisti ed Eloise risulterà essere ancora molto scossa per la scomparsa di Ashton.
Lo so, probabilmente molte fan della serie ameranno alla pazzia Axel, ma care mie lettrici per me il protagonista indiscusso è lui, Ashton. Elegante e raffinato Ashton mi ha davvero conquistata. È stato probabilmente il personaggio che sono riuscita a “sentire” di più, che è riuscito a trasmettermi davvero qualcosa. Potete quindi immaginare la mia meraviglia quando ho dovuto leggere della sua morte. Ero disperata!
All’inizio del venticinquesimo capitolo troviamo Eloise e Axel ancora in viaggio. Ed è proprio questo viaggio, con le sue innumerevoli insidie, che in qualche modo riesce a rafforzare ancora di più il rapporto tra il bel principe e la nostra protagonista. Non mancheranno momenti romantici e teneri tra i due. Momenti che riusciranno a suscitare qualche emozione anche in coloro che come me son TEAM ASHTON. 

“Con le mani scaldate da fuoco e dal tè gli scostò i lembi del mantello e del cappotto, poi cercò sotto gli strati dei vestiti la sua pelle offesa da ferite vecchie e nuove, passando le dita esperte sulle sue costole e le sue cicatrici. «Hai mai toccato qualcun altro in questo modo?». Anche la voce di lui era ridotta a un sussurro e le mani gli tremavano, tanto che dovette posare a sua volta la tazza per non rischiare di rovesciarla. Al riparo delle pietre, le lingue discrete delle fiamme gli accendevano il volto e le ciglia di riflessi d'oro scuro e bronzo prezioso. Lei non riuscì a rispondergli perché le sigillò le parole tra le labbra con un bacio e la sua mano, salda sulla nuca, non le avrebbe permesso di allontanarsi. La notte intorno a loro era così densa di silenzio che i loro respiri riempivano l'aria insieme al crepitio delle fiamme. Lei teneva una mano posata sul suo viso magro e l'altra sulla pelle del suo petto, così calda che pareva bruciare di febbre. Axel aveva gli occhi chiusi e le ciglia abbassate gli conferivano un'aria vulnerabile. Erano i momenti in cui diventava pericoloso, quando esibiva il medesimo candore della neve, scivoloso e soffice, pronto a liquefarsi al calore delle sue mani e a causare passi falsi, facendola cadere dove non osava neppure immaginare”

Eppure il ricordo di Ashton nella mente di Eloise è costante. Eloise è più che decisa nel portare a termine la loro missione. Solo ottenendo la spada ed evocando un umano che abbia sangue Blackmore, Eloise potrà rendere giustizia ad Ashton. 
Dopo aver affrontato mille insidie i due riescono finalmente ad arrivare a destinazione e proprio verso il concludersi dell’ultimo capitolo due eventi decisamente particolari cattureranno l’attenzione del lettore.
Axel è più che intenzionato nel far di Eloise sua moglie. Per la quarta volta il giovane principe richiede la mano di Eloise a Dominic Weiss, dichiarandosi disponibile a far qualsiasi cosa pur di poter vivere finalmente con la sua Eloise. E sembra proprio che Dominc Weiss questa volta sia disposto ad accettare la richiesta del nostro Axel. Ad una condizione: la rinuncia al trono di Aldenor.

Proprio con le ultime righe dell’ultimo capitolo la Winter sorprende il lettore con una grande rivelazione. 

“[Eloise] Scartò di lato per evitare la sfilata di valletti e all'altezza dell'ultimo scalino schiacciò col tacco l'orlo del vestito e perse l'equilibrio. 
Due mani bianche e forti sulle sue spalle smorzarono la caduta. All'istante, Eloise sentì una lacrima correrle lungo la guancia mentre, assecondando il movimento, la appoggiava contro la stoffa fredda di un mantello da viaggio. «Ragazzina umana, se tutti coloro che hanno cercato di ucciderti avessero saputo che basta lasciarti da sola a scendere una rampa di scale...»."

Ebbene si il nostro amato vampirello è ancora in circolazione!!!

Si conclude così il primo volume della serie BlackFriars.
Vi ricordo però che il 9 Febbraio potrete leggere la recensione dell’intero libro a cura del blog “L’amica dei libri”.





 

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